Sentiero dei Gelsi

Cisterna d'Asti
1 h
3,50
130 m
70% naturalistico, 30% asfaltato
Difficoltà: EF (Escursionista Facile)
Difficoltà: MD (Mountain Bike Difficile)
GPS

Questo percorso viene così chiamato per la presenza, un tempo molto numerosa, di esemplari di gelso, alberi autoctoni dalle caratteristiche more bianche o viola.
I gelsi sono considerati la memoria storica di un’attività di sussistenza un tempo diffusa in modo capillare tra le famiglie contadine del Roero: l’allevamento dei bachi da seta, reso possibile proprio grazie alle foglie dei gelsi, che venivano raccolte ed utilizzate come cibo per i bachi in crescita.
Il gelso era utilizzato inoltre come “termi” (confine) tra i terreni, come ombreggiante per gli animali da tiro (che all’albero venivano legati) e per il riposo dei contadini. Grazie al suo apparato radicale era utilizzato
nelle zone scoscese e vicino ai fossi per l’assestamento idrogeologico dei terreni a rischio di frana.  
Oggi queste piante sono molto meno numerose di un tempo, ma da anni sono oggetto di tutela grazie al progetto “Adotta un gelso”, ideato dal Museo Arti e Mestieri Antichi di Cisterna d'Asti e finalizzato al censimento e ripopolamento dei gelsi, per ricreare parte dell’antico paesaggio agrario.
Il progetto ha coinvolto numerose scuole del Roero e alcuni proprietari di appezzamenti sul Sentiero dei Gelsi.

IL SENTIERO E' PALINATO, MA PUO' ESSERE PERCORSO CON LA NAVIGAZIONE GEOLOCALIZZATA grazie all'app Izi.Travel, scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone, utile ad ovviare eventuali problemi di segnaletica.

ITINERARIO

Per iniziare il Sentiero dei Gelsi, è possibile parcheggiare la macchina in Piazza Rino Rossino e procedere a piedi nel centro storico del paese, imboccando via Duca d’Aosta in direzione di Canale e proseguendo sulla strada asfaltata tra le case, che diventa Via Italia, costeggiando una staccionata in ferro con una pregevole vista sulla vallata coltivata sottostante. Poco prima della fine della staccionata, si imbocca la discesa che piega a sinistra: fiancheggiando alcune case, dopo circa 200 metri la stradina diventa sterrata, e scende ripida nella vallata, tra alberi da frutto, noccioli, ed un paio di piccoli casotti di campagna lungo il sentiero.
Il sentiero con un piccolo zig zag guadagna il fondovalle, dove procede rettilineo tra ampi appezzamenti coltivati a vigneto sulla sinistra e campi coltivati sulla destra.

Proseguendo nel fondovalle, il Sentiero dei Gelsi si fa ombreggiato da un tratto di boschetto: al primo bivio si svolta a destra, continuando a camminare tra alti fusti di betulle e pioppi, talvolta annodati da edera e altri rampicanti; ci si immerge all’ombra delle fronde, da cui filtrano raggi solari che creano un naturale effetto di luci ed ombre.

Al bivio seguente, il fondo si fa arido e molto sabbioso: qui si piega nuovamente a destra, costeggiando una riva vitata che inizia a salire gradatamente.
Poco oltre si raggiunge un'area vitata contraddistinta dal toponimo Pescaja, dove pare fosse presente una fontana d’acqua popolarmente detta “fontana del Barbarossa”: qui la leggenda vuole che il famoso condottiero si sia abbeverato al passaggio con le sue truppe.

Al passaggio del Barbarossa è legata una leggenda di fondazione dell’antica parrocchiale dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, che sorge al di fuori del centro abitato: grazie all'intervento dei due patroni del paese le canne oblique che caratterizzavano l’antica armatura delle vigne furono interpretate dall'esercito del Barbarossa come le lance di soldati, pronti ad opporsi all’invasione, e così il condottiero decise di passare oltre, evitando lo scontro.
Superata la sorgente -si incrociano alcune vecchie cascine diroccate- e si continua a risalire per circa 800 metri in direzione del paese. Percorrendo il sentiero immerso tra le vigne si guadagnana la cresta tra filari ordinati che ben si adattano al terreno di origine alluvionale di questa appartata vallata: qui si producono uve nebbiolo, barbera, arneis o croatina
Quest’ultimo è un vitigno a bacca rossa particolarmente antico, tanto che in alcuni vigneti sono ancora visibili ceppi di croatina a piede franco (cioè non innestati) di quasi cent’anni. Proprio dall’uva croatina, vinificata in purezza o all’80%, si ottiene il vino simbolo del paese, il Cisterna d’Asti D.O.C. o Cisterna d'Asti Superiore se invecchiato almeno 10 mesi.

Nell’ultimo tratto di salita il Sentiero dei Gelsi diventa asfaltato e si raggiunge l’ultimo gruppo di case di Cisterna d’Asti, che affacciano sulla panoramica Via Lame.
Una volta giunti alla piazzetta adiacente alla Cappella dei Santi Rocco, Pietro e Grato, si percorre per circa un km Via Lame che diventa poi via Italia e attraversa tutto il centro storico del paese adagiato sulla lunga dorsale di cresta, chiudendo l’anello in p.za Rino Rossino.

Una brevissima deviazione è consigliata per raggiungere piazza Maggiore Hope ed il castello medievale di Cisterna sulla sommità del paese, godendo della vista panoramica mozzafiato del suo giardino interno o visitando il Museo Arti e Mestieri antichi al suo interno.

 

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Per iniziare il Sentiero dei Gelsi, è possibile parcheggiare la macchina in Piazza Rino Rossino e procedere a piedi nel centro storico del paese, imboccando via Duca d’Aosta in direzione di Canale e proseguendo sulla strada asfaltata tra le case, che diventa Via Italia, costeggiando una staccionata in ferro con una pregevole vista sulla vallata coltivata sottostante. Poco prima della fine della staccionata, si imbocca la discesa che piega a sinistra: fiancheggiando alcune case, dopo circa 200 metri la stradina diventa sterrata, e scende ripida nella vallata, tra alberi da frutto, noccioli, ed un paio di piccoli casotti di campagna lungo il sentiero.
Il sentiero con un piccolo zig zag guadagna il fondovalle, dove procede rettilineo tra ampi appezzamenti coltivati a vigneto sulla sinistra e campi coltivati sulla destra.

Proseguendo nel fondovalle, il Sentiero dei Gelsi si fa ombreggiato da un tratto di boschetto: al primo bivio si svolta a destra, continuando a camminare tra alti fusti di betulle e pioppi, talvolta annodati da edera e altri rampicanti; ci si immerge all’ombra delle fronde, da cui filtrano raggi solari che creano un naturale effetto di luci ed ombre.

Al bivio seguente, il fondo si fa arido e molto sabbioso: qui si piega nuovamente a destra, costeggiando una riva vitata che inizia a salire gradatamente.
Poco oltre si raggiunge un'area vitata contraddistinta dal toponimo Pescaja, dove pare fosse presente una fontana d’acqua popolarmente detta “fontana del Barbarossa”: qui la leggenda vuole che il famoso condottiero si sia abbeverato al passaggio con le sue truppe.

Al passaggio del Barbarossa è legata una leggenda di fondazione dell’antica parrocchiale dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, che sorge al di fuori del centro abitato: grazie all'intervento dei due patroni del paese le canne oblique che caratterizzavano l’antica armatura delle vigne furono interpretate dall'esercito del Barbarossa come le lance di soldati, pronti ad opporsi all’invasione, e così il condottiero decise di passare oltre, evitando lo scontro.
Superata la sorgente -si incrociano alcune vecchie cascine diroccate- e si continua a risalire per circa 800 metri in direzione del paese. Percorrendo il sentiero immerso tra le vigne si guadagnana la cresta tra filari ordinati che ben si adattano al terreno di origine alluvionale di questa appartata vallata: qui si producono uve nebbiolo, barbera, arneis o croatina
Quest’ultimo è un vitigno a bacca rossa particolarmente antico, tanto che in alcuni vigneti sono ancora visibili ceppi di croatina a piede franco (cioè non innestati) di quasi cent’anni. Proprio dall’uva croatina, vinificata in purezza o all’80%, si ottiene il vino simbolo del paese, il Cisterna d’Asti D.O.C. o Cisterna d'Asti Superiore se invecchiato almeno 10 mesi.

Nell’ultimo tratto di salita il Sentiero dei Gelsi diventa asfaltato e si raggiunge l’ultimo gruppo di case di Cisterna d’Asti, che affacciano sulla panoramica Via Lame.
Una volta giunti alla piazzetta adiacente alla Cappella dei Santi Rocco, Pietro e Grato, si percorre per circa un km Via Lame che diventa poi via Italia e attraversa tutto il centro storico del paese adagiato sulla lunga dorsale di cresta, chiudendo l’anello in p.za Rino Rossino.

Una brevissima deviazione è consigliata per raggiungere piazza Maggiore Hope ed il castello medievale di Cisterna sulla sommità del paese, godendo della vista panoramica mozzafiato del suo giardino interno o visitando il Museo Arti e Mestieri antichi al suo interno.

 

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AVVERTENZE

E' uno dei 2 Sentieri tematici ad anello presenti a Cisterna d'Asti. Tutti i Sentieri sono palinati ed hanno un senso di percorrenza: si raccomanda di percorrere i Sentieri nel senso di marcia indicato dalla segnaletica e nelle mappe; è possibile prolungare l'itinerario incrociando gli altri sentieri presenti.

Alcuni tratti del sentiero sono impegnativi e tecnici per un utilizzo in mountain bike. In alcuni tratti occorre trasportare la bicicletta a spinta.

IL SENTIERO E' PALINATO, MA PUO' ESSERE PERCORSO CON LA NAVIGAZIONE GEOLOCALIZZATA grazie all'app Izi.Travel, scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone, utile ad ovviare eventuali problemi di segnaletica.

Si raccomanda sempre di munirsi della cartina, di dotarsi di scarpe adatte alle escursioni su fondi sconnessi, eventualmente di bastone o racchette da escursionismo. Nel periodo primaverile / estivo è consigliabile portarsi nello zainetto dell'acqua da bere e una barretta energetica.
Non fare mai esclusivo affidamento alle disponibilità di acqua sul posto.

E' consigliabile, prima di partire, consultare preventivamente le previsioni meteo e contattare il sito web dell’Ecomuseo o i nostri uffici per accertarsi dell’effettiva percorribilità dei Sentieri.

Alle persone allergiche a punture di insetti, pollini, polvere o altro, si raccomanda di munirsi dei medicinali necessari a fronteggiare eventuali punture o inalazioni impreviste.

Prima di partire per un Sentiero si raccomanda di comunicare a qualcuno la propria meta o il Sentiero percorso, in modo tale da permettere, in caso di necessità, di essere raggiunti più facilmente ed ottimizzare eventuali operazioni di soccorso.

L’Ecomuseo si solleva da qualsivoglia responsabilità per danni, infortuni e smarrimenti verso i fruitori dei Sentieri.

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