Sentiero della Strega Paroda

1 h 15 min
4,00
[27] Sommariva del Bosco
Difficoltà: F (Family)
Difficoltà: MF (Mountain Bike Facile)
GPS

Il percorso passa accanto al poggio in cui, secondo la tradizione popolare, nel 1631 venne bruciata una strega, appunto detta Paroda. Si tratta di una variante facilitata del Sentiero di Castelvirante.

ITINERARIO

La segnaletica del percorso ha inizio in piazza Seyssel.
Dalla piazza Seyssel si sale per la salita Boglione lungo il muraglione del castello. Tra i mattoni rossi crescono e fioriscono piccole piante tra cui spicca la Cymbalaria muralis dai delicati fiori turchini. Si raggiunge la barocca chiesa parrocchiale, in mattoni a vista prodotti con le argille rosse del luogo. Il piazzale e la salita appena percorsa conservano la pavimentazione in tondeggianti ciottoli fluviali. La vista si estende con un bel colpo d’occhio a tutto il paese, su cui emergono i campanili delle numerose chiese, e nelle giornate serene all’arco alpino dal colle di Cadibona al Gran Paradiso con al centro l’elegante piramide del Monviso.

Si prosegue per la via Santa Maria tra il fianco sinistro della parrocchiale e il parco del castello dove si notano l’imponente cupola sempreverde di un leccio secolare e i possenti tronchi di querce centenarie. Giunti sulla strada asfaltata appare sulla destra un bel viale alberato di tigli, e, isolato tra i campi, il popolarmente detto “pino solitario”; si tratta di un Calocedrus decurrens, cipresso originario dell’America settentrionale piantato intorno al 1850.

Alla biforcazione si prende a sinistra in direzione di Ceresole d’Alba; seguendo la strada asfaltata, percorribile esclusivamente a piedi o in bicicletta, si supera a sinistra senza imboccarla via Vrapetto; si continua quindi per un breve tratto per svoltare poi a sinistra nella successiva strada sterrata, che si apre su un pianoro dal quale nelle belle giornate è possibile godere di un bel panorama sull’arco alpino.

Dopo il tratto pianeggiante la stradina abbandona il pianoro per scendere incassata in una bella zona boschiva sino al suggestivo guado del rio Archetta; superato il piccolo guado la stradina risale verso un breve tratto in piano per ridiscendere nuovamente lungo via Montavecchia (antica via di accesso a Sommariva del Bosco), anch’essa sterrata ma caratterizzata dall’interessante presenza di vecchio acciottolato. Procedendo in discesa si incontra a destra, nei pressi di un incrocio, un antico pilone votivo su cui permane ancora qualche traccia di un affresco. Questo è il luogo ove, durante l’epidemia di peste del 1630-31, secondo la tradizione popolare, si presume sia stata bruciata sul rogo la strega Paroda.

All’altezza del pilone, si gira a sinistra e si percorre via Vrapetto; il nome Vrapetto trae origine dal fatto che in questa zona fino agli anni 70 erano presenti vigneti che crescendo su suoli ghiaiosi davano grappoli (rape in piemontese) relativamente piccoli (rapet) rispetto ai vigneti che crescono su suoli più fertili.

Percorrendo via Vrapetto, dopo un primo tratto ombroso in leggera salita ed incassato tra due ripe, si arriva sul pianoro con la sua bella vista sul Monviso, di qui accompagnati dalla presenza di alcuni vecchi ciabòt, memorie del tempo in cui la zona era coltivata a vigneti, si procede passando tra variegate siepi di biancospino, prugnolo, cotogno, rovi, aceri, olmi, farnie fino ad intravedere in lontananza le torri del castello di Sommariva del Bosco e a incrociare il tratto asfaltato percorso all’andata, per svoltare poin a destra in direzione del punto di partenza.

Giunti alla biforcazione si scende lungo via Carlo Alberto che oltre a offrire una suggestiva visione del parco e del castello, si snoda all’interno dell’antico ricetto e riporta sulla piazza Seyssel.

Prima di percorrere Via Carlo Alberto si consiglia una minima deviazione a destra lungo l’interessante via XXV aprile (detta Colombè) dove, secondo gli studi di Baldassarre Molino, intorno alla metà del XV secolo correva un fossato difensivo a protezione della zona medioevale del ricetto e del castello, per ammirare quel che rimane di un antico e originale canale acciottolato di scolo delle acque meteoriche che la percorre per metà della sua lunghezza.

 

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La segnaletica del percorso ha inizio in piazza Seyssel.
Dalla piazza Seyssel si sale per la salita Boglione lungo il muraglione del castello. Tra i mattoni rossi crescono e fioriscono piccole piante tra cui spicca la Cymbalaria muralis dai delicati fiori turchini. Si raggiunge la barocca chiesa parrocchiale, in mattoni a vista prodotti con le argille rosse del luogo. Il piazzale e la salita appena percorsa conservano la pavimentazione in tondeggianti ciottoli fluviali. La vista si estende con un bel colpo d’occhio a tutto il paese, su cui emergono i campanili delle numerose chiese, e nelle giornate serene all’arco alpino dal colle di Cadibona al Gran Paradiso con al centro l’elegante piramide del Monviso.

Si prosegue per la via Santa Maria tra il fianco sinistro della parrocchiale e il parco del castello dove si notano l’imponente cupola sempreverde di un leccio secolare e i possenti tronchi di querce centenarie. Giunti sulla strada asfaltata appare sulla destra un bel viale alberato di tigli, e, isolato tra i campi, il popolarmente detto “pino solitario”; si tratta di un Calocedrus decurrens, cipresso originario dell’America settentrionale piantato intorno al 1850.

Alla biforcazione si prende a sinistra in direzione di Ceresole d’Alba; seguendo la strada asfaltata, percorribile esclusivamente a piedi o in bicicletta, si supera a sinistra senza imboccarla via Vrapetto; si continua quindi per un breve tratto per svoltare poi a sinistra nella successiva strada sterrata, che si apre su un pianoro dal quale nelle belle giornate è possibile godere di un bel panorama sull’arco alpino.

Dopo il tratto pianeggiante la stradina abbandona il pianoro per scendere incassata in una bella zona boschiva sino al suggestivo guado del rio Archetta; superato il piccolo guado la stradina risale verso un breve tratto in piano per ridiscendere nuovamente lungo via Montavecchia (antica via di accesso a Sommariva del Bosco), anch’essa sterrata ma caratterizzata dall’interessante presenza di vecchio acciottolato. Procedendo in discesa si incontra a destra, nei pressi di un incrocio, un antico pilone votivo su cui permane ancora qualche traccia di un affresco. Questo è il luogo ove, durante l’epidemia di peste del 1630-31, secondo la tradizione popolare, si presume sia stata bruciata sul rogo la strega Paroda.

All’altezza del pilone, si gira a sinistra e si percorre via Vrapetto; il nome Vrapetto trae origine dal fatto che in questa zona fino agli anni 70 erano presenti vigneti che crescendo su suoli ghiaiosi davano grappoli (rape in piemontese) relativamente piccoli (rapet) rispetto ai vigneti che crescono su suoli più fertili.

Percorrendo via Vrapetto, dopo un primo tratto ombroso in leggera salita ed incassato tra due ripe, si arriva sul pianoro con la sua bella vista sul Monviso, di qui accompagnati dalla presenza di alcuni vecchi ciabòt, memorie del tempo in cui la zona era coltivata a vigneti, si procede passando tra variegate siepi di biancospino, prugnolo, cotogno, rovi, aceri, olmi, farnie fino ad intravedere in lontananza le torri del castello di Sommariva del Bosco e a incrociare il tratto asfaltato percorso all’andata, per svoltare poin a destra in direzione del punto di partenza.

Giunti alla biforcazione si scende lungo via Carlo Alberto che oltre a offrire una suggestiva visione del parco e del castello, si snoda all’interno dell’antico ricetto e riporta sulla piazza Seyssel.

Prima di percorrere Via Carlo Alberto si consiglia una minima deviazione a destra lungo l’interessante via XXV aprile (detta Colombè) dove, secondo gli studi di Baldassarre Molino, intorno alla metà del XV secolo correva un fossato difensivo a protezione della zona medioevale del ricetto e del castello, per ammirare quel che rimane di un antico e originale canale acciottolato di scolo delle acque meteoriche che la percorre per metà della sua lunghezza.

 

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AVVERTENZE

Percorso in gran parte pianeggiante, di facile fruizione, ADATTO A TUTTI.
Il Sentiero è palinato e va intrapreso nel corretto senso di percorrenza: si raccomanda di percorrere i Sentieri nel senso di marcia indicato dalla segnaletica e nelle mappe; 

Si raccomanda sempre di munirsi della cartina e/o traccia GPX, di dotarsi di scarpe adatte alle escursioni su fondi sconnessi, eventualmente di bastone o racchette da escursionismo. Nel periodo primaverile / estivo è consigliabile portarsi nello zainetto dell'acqua da bere e una barretta energetica.
Non fare mai esclusivo affidamento alle disponibilità di acqua sul posto.

E' consigliabile, prima di partire, consultare preventivamente le previsioni meteo e contattare il sito web dell’Ecomuseo o i nostri uffici per accertarsi dell’effettiva percorribilità dei Sentieri.

Alle persone allergiche a punture di insetti, pollini, polvere o altro, si raccomanda di munirsi dei medicinali necessari a fronteggiare eventuali punture o inalazioni impreviste.

Prima di partire per un Sentiero si raccomanda di comunicare a qualcuno la propria meta o il Sentiero percorso, in modo tale da permettere, in caso di necessità, di essere raggiunti più facilmente ed ottimizzare eventuali operazioni di soccorso.

L’Ecomuseo si solleva da qualsivoglia responsabilità per danni, infortuni e smarrimenti verso i fruitori dei Sentieri.

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