Borghi delle Rocche - Corneliano d'Alba

Corneliano d'Alba

 

Paese posto nella porzione del Roero centrale, sviluppato lungo le pendici delle colline della valle del torrente Riddone. Fin dalle origini è un paese che vanta una spiccata vocazione mercantile legata a fiere dei prodotti agricoli locali, tra cui la pesca e l’uva “favorita di Corneliano” da cui si ottiene un delicato vino bianco. Proprio alle uve ed alle pesche si lega l’importante tradizione dei cestai, con rinomata fama al di fuori dei confini locali fino agli anni ’30 del Novecento.

 

CENNI STORICI

Corneliano sorge lungo il percorso dell’antica strada romana che congiungeva Alba a Torino. Divenuta fundus della gens Cornelia (da qui ne deriva il nome), Corneliano assunse una certa importanza solo dal XII secolo, quando, con l'avvento dei Liberi Comuni, fu riscoperta la sua importanza strategica ai fini del controllo del territorio. Fu così eretto un castello sulla collina sovrastante al paese. A seguito delle lunghe guerre di inizio ‘500, il centro abitato e il vicino castello vennero in parte distrutti: oggigiorno di quest’ultimo rimane soltanto la torre decagonale e i resti dei muraglioni di sostegno.


COSA VEDERE:

LA TORRE DECAGONALE.  Posta in posizione sopraelevata sull’abitato, è alta 22,34 metri ed è elemento rilevante che identifica Corneliano. Insieme ai resti di alcuni muraglioni difensivi,  è quanto rimane del castello fatto erigere dalla famiglia De Brayda tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII.  Oggi ospita la Fondazione Torre di Corneliano ONLUS.

L’ARCO.  Citato a partire dal 1588, si pensa che l’arco sia stato posto all’ingresso della “porta nuova”  fin dal 1300. Il dipinto attuale rappresenta lo stemma di Casa Savoia nell’anno 1815, dopo la caduta di Napoleone. Arco

SS. GALLO E NICOLO’.  Parrocchiale eretta sul sito della precedente parrocchiale più a monte nel 1748, su iniziale progetto del conte Carlo Giacinto Roero, consacrata in belle forme barocche nel 1773. All’interno un’acquasantiera del ‘300, un crocifisso ligneo del ‘400 e dipinti di Pietro Paolo Operti e Rodolfo Morgari.

 

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