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GENERAZIONE T - Percorso-mostra sul cercatore di tartufo bianco d’Alba

Nel centro storico di Montà dal 20 novembre al 31 gennaio è liberamente fruibile un percorso espositivo sulla figura del cercatore di tartufo bianco d’Alba.

 

S’intitola Generazione T, dove T sta per Trifolao, il percorso espositivo che verrà inaugurato a Montà sabato 20 novembre sarà visibile sino a tutto gennaio 2022.

Un allestimento di 22 grandi pannelli murali che si snodano lungo l’asse centrale della città, da Piazza Vittorio Veneto sino al centro storico, e vuole documentare il secolare, profondo rapporto che lega Montà al tartufo bianco d’Alba. In particolare al suo territorio e alla figura, quasi mitica, del Trifolao, il cercatore di tartufi, primo ‘anello’ della catena del commercio e vendita non solo ad Alba, ma in tutto il mondo del tuber magnatum pico.

Il percorso parte con i pannelli dedicati ai più importanti e riconosciuti trifolao della seconda metà del ‘900: figure che segnano ancora oggi storia e tradizioni della comunità; per proseguire documentando le famiglie di cercatori da almeno tre generazioni, infine si sofferma sulle più svariate, e anche curiose, attestazioni documentali. Dai riferimenti del Casalis nel suo celebre Dizionario sulle caratteristiche più significative dei borghi dello Stato Sabaudo, alle poesie del poeta locale Carlo Cocito, agli studi effettuati nelle rocche dal CNR negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. E ancora, le prime insegne di rivendita di tartufi, i tanti premi puntualmente vinti alla Fiera di Alba, le molteplici iniziative di promozione che hanno visto trifolao montatesi protagonisti: dalla partecipazione alla trasmissione cult della RAI, Portobello, alle “cerche” organizzate negli States e alla Casa Bianca per i Presidenti USA, come Bill Clinton, alle manifestazioni locali. Un racconto a tutto tondo, che non risparmia l’accenno agli screzi e ai rancori tra trifolao in merito a posti dove trovare i tartufi (rò) e percorsi della cerca, i deterrenti, anche drastici, utilizzati dai proprietari dei boschi per impedirla; il racconto per immagini svela un mondo - ipogeo come il tubero stesso - dove i riferimenti al tartufo compaiono addirittura negli epitaffi.

La mostra diffusa si colloca all’interno del calendario degli eventi dedicati al tartufo bianco, ed è anticipazione del Museo del tartufo – MUDET, per il quale con la Città di Alba si sta lavorando alacremente, sui due siti appunto di Alba e di Montà.

 

Ideato da Silvano Valsania con la collaborazione di Beppe Bertero, Piero Aloi e Andrea Giorio, il progetto è stato realizzato dal Comune di Montà grazie all’aiuto della Regione Piemonte, della Fondazione CRC, dell’Ecomuseo delle Rocche del Roero e della Fondazione Casa del Tartufo Bianco d’Alba. Il concept ed il progetto grafico si devono a Hellobarrio; la stampa e l’installazione sono di Stampatello.

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