Sentiero della Masca Micilina

Pocapaglia
1h 30min
4,50
160 m
60% naturalistico, 40% asfaltato
Difficoltà: EF (Escursionista Facile)
Difficoltà: MD (Mountain Bike Difficile)
GPS

Il Sentiero della Masca Micilina, ha l’obiettivo di far conoscere al visitatore le storie e le tradizioni popolari che fino al secolo scorso contraddistinguevano i paesi delle Rocche. Storie di masche e streghe che ben si adattano a questo tipo di territorio impervio, ricco di insidie e pieno di mistero.

AUDIOGUIDA DEL SENTIERO: per usufruire dell'audioguida con traccia gpx integrata, è possibile scaricare sul proprio smartphone l'app gratuita Izi.Travel, ed attivare la geolocalizzazione: in questo modo una narrazione automatica si attiverà nei punti di interesse raccontando storie e curiosità.
Audioguida pre-visionabile anche su browser: https://izi.travel/it/d01b-sentiero-della-masca-micilina/it


ITINERARIO

L'itinerario inizia dalla Parrocchia dedicata ai SS. Giorgio e Donato di Pocapaglia, edificata nella seconda metà del 1600 sul sito di precedente dedicazione. 
Si snoda per la via principale del paese, incrociando la chiesa di S.Agostino, costruita nella prima metà del 1700 in forme barocche sulle rovine di chiese preesistenti e l’imponente castello (381 m.) risalente al XII secolo, sito forte dei signori “de Paucapalea”, i cui rudi muraglioni difensivi sono ora curiosamente ingentiliti da cespugli di capperi. Percorsa la discesa che costeggia il castello, il sentiero prosegue su strada asfaltata in direzione di Saliceto, a tratti affacciandosi su spettacolari aperture panoramiche sulle Rocche e sulla parte  più antica del castello. Visibili, all’ orizzonte, i castelli di Monticello e S. Vittoria.
Il cammino continua per circa 1 km. tra seminativi e noccioleti, sino ad incontrare i primi bellissimi castagneti.
Seguendo la palina segnaletica, a destra ci si inoltra  nell’ “Area Asfodelo” (370 m.), vasto prato appena punteggiato da pioppi e querce, da cui si diparte sulla destra uno stretto, ripido sentiero diretto  verso il fondo della rocca.
Tra felci, sambuchi, noccioli selvatici, robinie e querce, si prosegue in forte penombra, improvvisamente  interrotta da una suggestiva, luminosa apertura a prato, circondata dal fitto bosco.
Si riprende una breve discesa sino a quando il sentiero si allarga sul fondo valle in comoda sterrata,fiancheggiata da lussureggiante vegetazione : pioppi (populus alba e tremulus), robinie, querce e salici, alberi caratterizzati, per  la continua  ricerca della vitale luce solare, da inusuale verticalità ed altezza. La vegetazione si fa sempre meno fitta e si iniziano a rivedere, ai fianchi della sterrata, alte pareti di rocca e un piccolo rio serpeggiante tra manti di coda cavallina (equiseti) e filari di ontani, viburni e salici. La sterrata prosegue tra i primi fabbricati rurali sino alla chiesetta di San Giacomo (255 m.), dalla quale inizia la salita asfaltata che riporta al centro del paese.


LA STORIA DELLA MASCA MICILINA

Micilina, ovvero Michelina, veniva da Barolo, andata in sposa ad un contadino di Pocapaglia era piccola e deforme, faccia scura, piena di grinze e bitorzoli, pochi capelli bianchi e scomposti, il naso adunco, la bocca sdentata, gli occhi guerci, camminava con andatura lenta e curva. Al suo passare in paese ne capitavano di tutti i colori, quando toccò la schiena di una bamina alla poveretta il giorno dopo cominciò a crescere la gobba ed un giovane che la incrociò in una via per la paura cercò di fuggire, cadde rovinosamente e rialzandosi si trovò con un piede volto in avanti ed uno in dietro. Il marito la picchiava da mattina a sera e quando la cercava non si faceva mai trovare per questo cominciò a dire che non aveva sposato una donna ma una masca, una strega che gli sfuggiva sotto gli occhi e ricompariva quando meno se lo aspettava. Un libro del 1700 narra tutte queste vicende ed è conservato al Museo di Palazzo Traversa di Bra. Si tramanda anche quello che fu il processo dell’inquisizione. Il tribunale era quello di Savigliano che mandò un Inquisitore con il giudice di Cherasco per appurare i fatti.
La Micilina confessò e fece i nomi di molte altre streghe, specie di Barolo e fu condannata. Venne prima impiccata, affinché l’anima non si separasse dal corpo e poi bruciata e le sue ceneri sparsi tra le Rocche di Pocapaglia dove, come da lei promesso, più volte apparve sotto forma di gatto o caprone. A ricordare questi fatti rimane il bric dove venne impiccata, chiamato appunto Bric d’la Masca Micilina.

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L'itinerario inizia dalla Parrocchia dedicata ai SS. Giorgio e Donato di Pocapaglia, edificata nella seconda metà del 1600 sul sito di precedente dedicazione. 
Si snoda per la via principale del paese, incrociando la chiesa di S.Agostino, costruita nella prima metà del 1700 in forme barocche sulle rovine di chiese preesistenti e l’imponente castello (381 m.) risalente al XII secolo, sito forte dei signori “de Paucapalea”, i cui rudi muraglioni difensivi sono ora curiosamente ingentiliti da cespugli di capperi. Percorsa la discesa che costeggia il castello, il sentiero prosegue su strada asfaltata in direzione di Saliceto, a tratti affacciandosi su spettacolari aperture panoramiche sulle Rocche e sulla parte  più antica del castello. Visibili, all’ orizzonte, i castelli di Monticello e S. Vittoria.
Il cammino continua per circa 1 km. tra seminativi e noccioleti, sino ad incontrare i primi bellissimi castagneti.
Seguendo la palina segnaletica, a destra ci si inoltra  nell’ “Area Asfodelo” (370 m.), vasto prato appena punteggiato da pioppi e querce, da cui si diparte sulla destra uno stretto, ripido sentiero diretto  verso il fondo della rocca.
Tra felci, sambuchi, noccioli selvatici, robinie e querce, si prosegue in forte penombra, improvvisamente  interrotta da una suggestiva, luminosa apertura a prato, circondata dal fitto bosco.
Si riprende una breve discesa sino a quando il sentiero si allarga sul fondo valle in comoda sterrata,fiancheggiata da lussureggiante vegetazione : pioppi (populus alba e tremulus), robinie, querce e salici, alberi caratterizzati, per  la continua  ricerca della vitale luce solare, da inusuale verticalità ed altezza. La vegetazione si fa sempre meno fitta e si iniziano a rivedere, ai fianchi della sterrata, alte pareti di rocca e un piccolo rio serpeggiante tra manti di coda cavallina (equiseti) e filari di ontani, viburni e salici. La sterrata prosegue tra i primi fabbricati rurali sino alla chiesetta di San Giacomo (255 m.), dalla quale inizia la salita asfaltata che riporta al centro del paese.


LA STORIA DELLA MASCA MICILINA

Micilina, ovvero Michelina, veniva da Barolo, andata in sposa ad un contadino di Pocapaglia era piccola e deforme, faccia scura, piena di grinze e bitorzoli, pochi capelli bianchi e scomposti, il naso adunco, la bocca sdentata, gli occhi guerci, camminava con andatura lenta e curva. Al suo passare in paese ne capitavano di tutti i colori, quando toccò la schiena di una bamina alla poveretta il giorno dopo cominciò a crescere la gobba ed un giovane che la incrociò in una via per la paura cercò di fuggire, cadde rovinosamente e rialzandosi si trovò con un piede volto in avanti ed uno in dietro. Il marito la picchiava da mattina a sera e quando la cercava non si faceva mai trovare per questo cominciò a dire che non aveva sposato una donna ma una masca, una strega che gli sfuggiva sotto gli occhi e ricompariva quando meno se lo aspettava. Un libro del 1700 narra tutte queste vicende ed è conservato al Museo di Palazzo Traversa di Bra. Si tramanda anche quello che fu il processo dell’inquisizione. Il tribunale era quello di Savigliano che mandò un Inquisitore con il giudice di Cherasco per appurare i fatti.
La Micilina confessò e fece i nomi di molte altre streghe, specie di Barolo e fu condannata. Venne prima impiccata, affinché l’anima non si separasse dal corpo e poi bruciata e le sue ceneri sparsi tra le Rocche di Pocapaglia dove, come da lei promesso, più volte apparve sotto forma di gatto o caprone. A ricordare questi fatti rimane il bric dove venne impiccata, chiamato appunto Bric d’la Masca Micilina.

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AVVERTENZE

E' uno dei 3 Sentieri tematici ad anello presenti a Pocapaglia. E' uno dei 4 Sentieri tematici ad anello presenti a Pocapaglia

Il Sentiero è palinato ed ha un senso di percorrenza: si raccomanda di percorrere i Sentieri nel senso di marcia indicato dalla segnaletica e nelle mappe; è possibile prolungare l'itinerario incrociando gli altri sentieri presenti.

Il tratto immediatamente dopo l'Area Asfodelo è impegnativo per un utilizzo in mountain bike. Occorre trasportare la bicicletta a spinta.

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Si raccomanda sempre di munirsi della cartina, di dotarsi di scarpe adatte alle escursioni su fondi sconnessi, eventualmente di bastone o racchette da escursionismo. Nel periodo primaverile / estivo è consigliabile portarsi nello zainetto dell'acqua da bere e una barretta energetica.
Non fare mai esclusivo affidamento alle disponibilità di acqua sul posto.

E' consigliabile, prima di partire, consultare preventivamente le previsioni meteo e contattare il sito web dell’Ecomuseo o i nostri uffici per accertarsi dell’effettiva percorribilità dei Sentieri

Alle persone allergiche a punture di insetti, pollini, polvere o altro, si raccomanda di munirsi dei medicinali necessari a fronteggiare eventuali punture o inalazioni impreviste.

Prima di partire per un Sentiero si raccomanda di comunicare a qualcuno la propria meta o il Sentiero percorso, in modo tale da permettere, in caso di necessità, di essere raggiunti più facilmente ed ottimizzare eventuali operazioni di soccorso.

L’Ecomuseo si solleva da qualsivoglia responsabilità per danni, infortuni e smarrimenti verso i fruitori dei Sentieri.

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